Iscrizione tirocini
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L’Istituto Gradiva è convenzionato con le Facoltà di Psicologia di diverse università italiane come sede per lo svolgimento dei tirocini semestrali post lauream (per l’accesso all’esame di stato per la professione di psicologo) nell’area di Psicologia Clinica.
I tirocinanti hanno modo di familiarizzare con la conoscenza delle strutture e dei percorsi metodologici attraverso cui l’Istituto realizza le attività psicologiche attinenti alla clinica e alla teoria della clinica.
L’Istituto Gradiva è convenzionato con le Facoltà di Psicologia dell’Università degli Studi di Firenze, Padova, e altri atenei della Campania come sede per lo svolgimento dei tirocini semestrali e annuali post lauream (per l’accesso all’esame di stato per la professione di psicologo) nell’area di Psicologia Clinica.
E’ stato inoltre convenzionato con la Scuola di Specializzazione C.S.A.P.R. (Centro Studi e Applicazione della Psicologia Relazionale) di Prato e con il Corso quadriennale di specializzazione in psicoterapia dell’età evolutiva a indirizzo psicodinamico di Roma, per i tirocini previsti per gli specializzandi.
I tirocinanti hanno modo di familiarizzarsi con la conoscenza delle strutture e dei percorsi metodologici attraverso cui l’Istituto realizza le attività psicologiche attinenti alla clinica e alla teoria della clinica.
Osservando e in parte interagendo nei gruppi di lavoro, possono sensibilizzarsi agli aspetti cruciali della dimensione clinica e alla lettura psicodinamica di situazioni e contesti gruppali allargati. Oltre ad una più diretta esperienza delle problematiche del transfert e del contro-transfert, che interessano lo psicologo in vari contesti e nelle diverse aree della relazione di “aiuto”, hanno l’opportunità di incontrarsi con la complessa esperienza della diagnosi in ambito psicodinamico e, nel gruppo-laboratorio del “gioco della sabbia”, con le potenzialità diagnostiche e cliniche di questa metodologia, sia in senso teorico che attraverso l’osservazione e/o la ricostruzione di sabbiere.
Sono inoltre inseriti in alcuni gruppi di ricerca attivati nell’Istituto su argomenti specifici.
Obiettivo principale del tirocinio: sviluppare le competenze professionali di base necessarie per effettuare interventi di “[…] prevenzione […], diagnosi, […] abilitazione, […] sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità” (L. 56/89)
Psicologia Clinica
Conoscenza delle strutture e dei percorsi d’attuazione delle attività istituzionali.
Sensibilizzazione e apprendimento di strumenti di affinamento psicologico al rapporto clinico e alla lettura psicodinamica di situazioni gruppali e culturali.
Apprendimento di questioni cliniche attinenti alla psicodiagnosi in area psicodinamica-psicoanalitica e psicosomatica.
Capacità di lettura psicodinamica di particolari situazioni attinenti alla clinica (individuale e/o di gruppo): anche tramite simulate psicodrammatiche a scopo didattico e metodo della sabbiera (sand play).
Orientamento nel rapporto clinico in particolare in riferimento alla problematica transfert e contro-transfert.
Osservazione partecipata, lettura dei contesti transferali e contro-transferali, diagnosi psicodinamica, strumenti proiettivi (sabbiera e simulate).
Alcuni criteri teorico-critici per la diagnosi psicodinamica (inclusi testi). Simulate e sabbiera come strumenti di approccio “rappresentazionale”.
Media di 20 o più ore settimanali distribuite nelle varie attività che si ripetono settimanalmente o raggruppate in periodi.
Verifiche quindicinali con il Tutor e mensili con il Responsabile.
Esposizione di eventuali problemi e ri-orientamento del percorso del tirocinante.
Si valuta l’apprendimento nel corso dell’esperienza.
Le acquisizioni vengono confrontate in itinere, ma è prevista la stesura di una relazione finale, su temi concordati col Tutor, per l’accertamento del livello di formazione maturata.
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Medico pediatra, psicoanalista, psicoterapeuta, membro fondatore e del Consiglio Direttivo Istituto Gradiva.
Medico, psicoanalista, psicoterapeuta, membro Direttivo Istituto Gradiva.
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Nello stile di ricerca promosso in questa scuola, il laboratorio è luogo e occasione di formazione analitica alla clinica, di supervisione e approfondimento teorico-critico.
Si inserisce nella tradizione di una psicoanalisi autonoma, cioè non compromessa con altre concezioni della cura, che la nostra scelta formativa condivide e sostiene: laboratorio, in quanto lavoro di bottega, costante e approfondito nel tempo, nel rispetto e nella valorizzazione delle particolarità di ognuno, per chi non si accontenti di facili coperture “tecniche” ma desideri esporsi alle domande del transfert e dell’inconscio.
Il Laboratorio rappresenta un percorso aperto di formazione permanente per tutti coloro che a vario titolo si trovano esposti in relazioni di aiuto, di ascolto, cliniche o educative. Non solo per chi desideri impegnarsi in una formazione analitica, ma in senso più ampio come opportunità per l’ascolto dei risvolti soggettivi del disagio che chi opera in questi campi si trova necessariamente ad incontrare, quale che sia la diversa specializzazione o il settore lavorativo.
Infatti, se a livello di richiesta scientifica e “tecnica” esistono specifiche differenze nell’operare nei vari campi, sostanziale è invece la questione da cui ogni essere umano, nel suo porsi in ascolto del disagio, si trova ad essere interrogato. Le sue varianti sintomatiche si esprimono di volta in volta in quei punti di sofferenza e di impasse che generano le potenti difese che ostacolano l’ascolto, di sé e dell’altro: rimozione, negazione, intellettualizzazione, collusione o coinvolgimento confusivo, come sostituirsi all’altro, tendenza a fornire presunte “giuste” soluzioni, cecità sul punto di sofferenza, ecc.
Non di rado la difficoltà è incrementata dalla concezione attualmente assai diffusa di una cura ridotta ad una sorta di prestazione “tecnica”, intesa come terapia: questa, importando nel nostro campo un paradigma medicalistico, peraltro assai banalizzato, induce il soggetto in una sorta di prospettiva rovesciata, così che l’aiuto è confuso con il dover fare o dire qualcosa di risolutivo per l’altro (“accanimento terapeutico”).
Ma sappiamo bene, in verità, che non c’è niente che si possa o si debba fare per (al posto di) un altro, e dunque una richiesta di cura (al di là del tipo di sintomo o dell’ambito nei quali si esplica) può essere degnamente onorata solo riconducendola al soggetto, a partire dal promuovere una curiosità, un “prendersi cura” della domanda implicita nel disagio stesso, a sua volta rappresentato-dissimulato nel sintomo.
Si tratta, in sostanza, di creare le condizioni che permettano all’altro di prendersi cura, più autenticamente, della propria questione particolare, per lo più mascherata nella richiesta di risposte o rimedi all’“esperto”.
Ritrovare un tale orientamento nella cura passa, dunque, per un duplice piano formativo: “saperci fare” in rapporto al transfert (il che implica un saperci fare a livello del contro-transfert) e sensibilizzarsi alla conoscenza dei linguaggi del sintomo e delle simbologie che tessono il discorso umano.
A tal fine il lavoro del laboratorio alterna e intreccia la riflessione teorico-critica alla presentazione di casi o esempi di situazioni cliniche, per una partecipazione interattiva dei frequentanti.
Il Laboratorio (LFP) è una delle strutture aperte alla partecipazione dei tirocinanti laureati in psicologia e degli specializzandi di Scuole di formazione in psicoterapia.
Psicologo, psicoanalista, psicoterapeuta, già docente psicologia Università di Firenze, membro fondatore e attuale presidente Istituto Gradiva.