Laboratorio di Psicosomatica
Condotto da

Massimo Caluori
Medico pediatra, psicoanalista, psicoterapeuta, membro fondatore e del Consiglio Direttivo Istituto Gradiva.
L’Istituto ha collaborato, sin dalla fondazione (1985), con Enti pubblici e privati, promuovendo la ricerca e la formazione di operatori secondo una sensibilità analitica. Fra i progetti attivati, nel corso degli anni, si ricordano:
L’istituto tiene, ormai da anni, una serie di corsi indirizzati a chiunque fosse interessato ad approfondire aspetti di psicoanalisi. Oltre che validi percorsi di approfondimento per gli studenti che scelgono di seguire la nostra formazione.
I corsi sono svolti da docenti con anni di esperienza nella formazione.
l’Opificio è uno spazio di ascolto, presa in cura, scambio di parola e attivazione culturale, nell’ambito di Gradiva, in cui operano a vario livello, analisti e membri sostenitori dell’istituto stesso.
L’Opificio si propone di agire su:
Si tratta della “centrale operativa” di Gradiva che, avendo come presupposti l’ascolto e la cura per la persona ed il sociale, organizza eventi ed attività di ogni tipo all’interno ed all’esterno dell’Istituto. Contribuendo all’educazione, alla diffusione della consapevolezza dell’importanza che possiede la salute della psiche, alla creazione di gruppi e luoghi di confronto ed ascolto, ed alla costituzione di ambienti e sportelli di supporto aperti a tutti.
Il Centro offre inoltre la possibilità di essere vissuto come spazio di esperienze e laboratorio dinamico, a più dimensioni, per ideare percorsi di crescita e realizzazione personale.
Grazie al confronto con momenti culturali e artistici, percorsi di letteratura e cinema, gruppi di lavoro, psicodramma, o altre attività espressive, la domanda di ognuno può trovare accoglienza e sviluppo attraverso più livelli di partecipazione allo scopo di promuovere il valore irrinunciabile della originalità di ogni persona e della sua storia.
L’Opificio si propone come uno spazio di ascolto, presa in cura, scambio di parola e attivazione culturale, nell’ambito di Gradiva, in cui operano a vario livello, analisti e membri sostenitori dell’istituto stesso.
È attivo in Gradiva un Centro clinico per l’accoglienza e la presa in cura delle diverse forme del disagio. Il Centro offre l’apporto di vari professionisti: psicoanalisti, psicoterapeuti, psicologi, medici psicosomatisti, il pediatra, il counselor, i quali, in particolari casi, possono agire in modo interdisciplinare. Le attività del Centro sono aperte a tutte le fasce d’età.
Come operatori dell’equipe ci dedichiamo all’ascolto e alla presa in carico delle varie manifestazioni sintomatiche, come espressioni, più o meno gravi, del disagio soggettivo in rapporto a forme di sofferenza personale, familiare o sociale.
Dopo un primo approccio consistente in uno o più colloqui di consultazione per l’inquadramento del caso, proponiamo l’indicazione del percorso più consono: psicoterapia individuale o di coppia, psicoanalisi, consultazioni per orientamento, incontri terapeutici in gruppo, anche con apporto psicodrammatico. Per i più piccoli, in particolare, ma anche per adolescenti e adulti, percorsi di Teatro della sabbia, a scopo diagnostico e/o terapeutico, a seconda dei casi.
Psicologo, psicoanalista, psicoterapeuta, già docente psicologia Università di
Firenze, membro fondatore e attuale presidente Istituto Gradiva.
Medico, specialista in psicologia clinica, già operatore SERD, membro Istituto Gradiva.
Psicologa, membro Istituto Gradiva, specializzanda in psicoterapia a orientamento psicoanalitico.
Medico, psicoanalista, psicoterapeuta, membro Direttivo Istituto Gradiva.
Medico pediatra, psicoanalista, psicoterapeuta, membro fondatore e del Consiglio Direttivo Istituto Gradiva.
Psicologa, membro Istituto Gradiva, specializzanda in psicoterapia a orientamento psicoanalitico.
Psicologa, membro Consiglio Direttivo Istituto Gradiva.
Counselor, membro Istituto Gradiva.
Psicologa, membro Consiglio Direttivo Istituto Gradiva, specializzanda in psicoterapia
analitica.
Medico, psicoanalista, psicoterapeuta, membro Direttivo Istituto Gradiva.
Counselor, membro Istituto Gradiva.
Psicologa, membro Consiglio Direttivo Istituto Gradiva, specializzanda in psicoterapia
analitica.
Medico pediatra, psicoanalista, psicoterapeuta, membro fondatore e del Consiglio Direttivo Istituto Gradiva.
Medico, psicoanalista, psicoterapeuta, membro Direttivo Istituto Gradiva.
Medico pediatra, psicoanalista, psicoterapeuta, membro fondatore e del Consiglio Direttivo Istituto Gradiva.
Psicologo, psicoanalista, psicoterapeuta, già docente psicologia Università di Firenze, membro fondatore e attuale presidente Istituto Gradiva.
Nello stile ispirato da Gradiva, non consideriamo il sintomo riduttivamente come “un male” da estirpare nel più breve tempo possibile, ma come il segnale di un disagio e di difficoltà inerenti alla storia stessa della persona, che necessita di ascolto e può rivelarsi come risorsa per un significativo cambiamento.
In ogni caso, una questione delicata e che necessita quindi prima di tutto di una sapiente attenzione: dal primo passo, il potersi confidare con chi sappia offrire un ascolto sensibile e partecipe, alla possibilità di scegliere insieme l’eventuale tipo di percorso ritenuto più idoneo.
Scegli l’area a te più vicina per richiedere un appuntamento gratuito di persona.
Puoi scegliere di prendere un appuntamento in presenza in una di queste zone, tramite i contatti specificati.
Nello stile di ricerca promosso in questa scuola, il laboratorio è luogo e occasione di formazione analitica alla clinica, di supervisione e approfondimento teorico-critico.
Si inserisce nella tradizione di una psicoanalisi autonoma, cioè non compromessa con altre concezioni della cura, che la nostra scelta formativa condivide e sostiene: laboratorio, in quanto lavoro di bottega, costante e approfondito nel tempo, nel rispetto e nella valorizzazione delle particolarità di ognuno, per chi non si accontenti di facili coperture “tecniche” ma desideri esporsi alle domande del transfert e dell’inconscio.
Il Laboratorio rappresenta un percorso aperto di formazione permanente per tutti coloro che a vario titolo si trovano esposti in relazioni di aiuto, di ascolto, cliniche o educative. Non solo per chi desideri impegnarsi in una formazione analitica, ma in senso più ampio come opportunità per l’ascolto dei risvolti soggettivi del disagio che chi opera in questi campi si trova necessariamente ad incontrare, quale che sia la diversa specializzazione o il settore lavorativo.
Infatti, se a livello di richiesta scientifica e “tecnica” esistono specifiche differenze nell’operare nei vari campi, sostanziale è invece la questione da cui ogni essere umano, nel suo porsi in ascolto del disagio, si trova ad essere interrogato. Le sue varianti sintomatiche si esprimono di volta in volta in quei punti di sofferenza e di impasse che generano le potenti difese che ostacolano l’ascolto, di sé e dell’altro: rimozione, negazione, intellettualizzazione, collusione o coinvolgimento confusivo, come sostituirsi all’altro, tendenza a fornire presunte “giuste” soluzioni, cecità sul punto di sofferenza, ecc.
Non di rado la difficoltà è incrementata dalla concezione attualmente assai diffusa di una cura ridotta ad una sorta di prestazione “tecnica”, intesa come terapia: questa, importando nel nostro campo un paradigma medicalistico, peraltro assai banalizzato, induce il soggetto in una sorta di prospettiva rovesciata, così che l’aiuto è confuso con il dover fare o dire qualcosa di risolutivo per l’altro (“accanimento terapeutico”).
Ma sappiamo bene, in verità, che non c’è niente che si possa o si debba fare per (al posto di) un altro, e dunque una richiesta di cura (al di là del tipo di sintomo o dell’ambito nei quali si esplica) può essere degnamente onorata solo riconducendola al soggetto, a partire dal promuovere una curiosità, un “prendersi cura” della domanda implicita nel disagio stesso, a sua volta rappresentato-dissimulato nel sintomo.
Si tratta, in sostanza, di creare le condizioni che permettano all’altro di prendersi cura, più autenticamente, della propria questione particolare, per lo più mascherata nella richiesta di risposte o rimedi all’“esperto”.
Ritrovare un tale orientamento nella cura passa, dunque, per un duplice piano formativo: “saperci fare” in rapporto al transfert (il che implica un saperci fare a livello del contro-transfert) e sensibilizzarsi alla conoscenza dei linguaggi del sintomo e delle simbologie che tessono il discorso umano.
A tal fine il lavoro del laboratorio alterna e intreccia la riflessione teorico-critica alla presentazione di casi o esempi di situazioni cliniche, per una partecipazione interattiva dei frequentanti.
Il Laboratorio (LFP) è una delle strutture aperte alla partecipazione dei tirocinanti laureati in psicologia e degli specializzandi di Scuole di formazione in psicoterapia.
Psicologo, psicoanalista, psicoterapeuta, già docente psicologia Università di Firenze, membro fondatore e attuale presidente Istituto Gradiva.